Sciopero generale di venerdì 15 aprile

CONTRO QUESTA GUERRA, CONTRO TUTTE LE GUERRE DEI PADRONI

ORA E SEMPRE

Siamo in guerra, è un dato di fatto. Ancora una volta l’Italia partecipa direttamente e indirettamente a guerre“umanitarie”, fornendo mezzi aerei e navali e appoggio logistico e operativo alle coalizioni occidentali impegnate inmissioni belliche per “pacificare” paesi dell’area mediorientale e mediterranea. Iraq, Bosnia, Kosovo, Afghanistan e oraLibia, hanno visto impegnato il nostro paese nel ruolo di aggressore. Ruolo subalterno nei confronti delle grandi potenzee interpretato dilettantescamente, ma non per questo meno grave, né meno importante visti gli interessi geopolitici edeconomici in gioco. Ruolo assunto, negli anni e a parità di impegno, da governi di centro-destra e di centro-sinistra.Questa guerra non ha nessuno degli obiettivi che dichiara: né a protezione delle popolazioni civili (che subiscono ibombardamenti), né contro la dittatura di Gheddafi (fino a ieri omaggiato da tutti i leader europei), né a favore dellademocrazia (l’ultima preoccupazione dei governanti occidentali), ma piuttosto si caratterizza come imperialista e neo-coloniale.Infatti, fin da subito, la “rivolta” libica è apparsa ben diversa da quelle degli altri paesi del Maghreb o del Medio-oriente,dalle quali ha pur tratto spunto. Nessuna grande manifestazione di piazza, Bengasi che da un giorno all’altro cade nellemani degli “insorti”, molto ben armati. Nella sostanza – a quanto si riesce a capire – uno scontro interno per il potere,innestato su conflittualità tribali e regionali (Tripolitania vs Cirenaica) e alimentato da servizi segreti europei e repartispeciali inglesi. Non casuale il ruolo di Al Jazeera (l’emittente televisiva del Qatar, l’emirato arabo legato a doppio filoalla Nato) con i falsi scoop sulle efferatezze dell’esercito di Gheddafi contro la popolazione civile. Si è dunque attuato unintervento militare in un paese di grande rilevanza strategica (sia dal punto di vista delle risorse energetiche che daquello del controllo dei flussi migratori) per metterlo sotto controllo, magari senza Gheddafi (o con un Gheddafidimezzato), alleato prezioso ma scomodo.Ma la linea del fuoco non attraversa solo il deserto, il cielo della Cirenaica o le basi Nato da cui decollano i bombardieri,investe tutto il Mediterraneo con i barconi dei profughi che approdano a migliaia a Lampedusa o che affondano in mare;investe i lager chiamati CIE pieni di umanità disperata o la frontiera di Ventimiglia dove si affollano i migranti che tentanodi andare in Francia. E’ un’emergenza vera, ad un tempo reale e drammatica, ma anche manipolata per indurre ilavoratori italiani (e degli altri paesi europei) a credere che si tratti di problemi di sicurezza e di ordine pubblico darisolvere con gli apparati repressivi e di controllo o al massimo con la pelosa carità cristiana e l’elemosina. Si vuoleassopire ogni forma residua di solidarietà di classe, non solo verso i profughi e gli immigrati, ma all’interno stesso dellaclasse lavoratrice. La guerra esterna, come sempre, serve a coprire la guerra interna che i padroni scatenanoquotidianamente contro i lavoratori.A questa infamia, ancora una volta, noi rispondiamo no! No alla guerra dei padroni! Sì alla solidarietà fra tutti gli sfruttati!

 

Sciopero Generale di tutta la giornata

Venerdì 15 Aprile 2011

– contro l’intervento italiano militare in Libia e il sostegno che l’Italia fornisce a questa inutile esanguinosa azione di guerra;

– per l’accoglimento civile e solidale di tutti gli immigrati e profughi;

– per l’abolizione del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro;

– per il ritiro del pacchetto sicurezza e la chiusura dei CIE (ex CPT);

– per l’eliminazione delle spese militari e contro le logiche belliciste e securitarie;

– per migliori condizioni di vita e di lavoro per tutti, senza distinzioni di etnia, lingua e cultura.

Segreteria nazionale USI-AIT

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