Piccolo uomo

Sei nato in una famiglia operaia; figlio di gente che portava a casa fatica e stretto necessario per vivere. Hai frequentato una scuola fino al diploma; quegli anni, oltre alla spensieratezza giovanile, non ti hanno dato tanti divertimenti; c’era sempre il problema dei soldi, del bilancio familiare che non quadrava. In estate ti mandavano a lavorare sin da quando frequentavi la scuola elementare. Ti sei diplomato; come tanti avresti potuto scegliere l’università, e i tuoi avrebbero magari fatto altri sacrifici per provare a mantenertici, ma hai capito che era  meglio trovarti un lavoro. Hai cominciato presto, a vent’anni; hai lavorato sodo. Poi ti sei sposato; hai messo sù famiglia, hai comprato la casa con il mutuo. Da quando sono nati i tuoi figli il bilancio si è fatto critico. La tua compagna è stata sempre una precaria; fra il tuo e il suo lavoro avete comunque avuto la possibilità – pur comprando le cose più costose a rate – di non indebitarvi troppo. Certo, per le spese più impegnative l’aiuto dei vecchi genitori è stato sempre necessario, ma ce l’avete fatta, senza sforare mai troppo.

Certe volte hai pensato: “se morissi adesso non avrei nemmeno i soldi per il funerale”; però hai continuato a lavorare duro, assicurando dignità e decoro alla famiglia, scuola ai figli e anche l’università che tu non hai frequentato; hai cambiato l’auto solo quando quella che avevi ha deciso di non marciare più; hai limitato le uscite in pizzeria alle poche grandi occasioni; hai scordato cos’era il cinema; hai investito i tuoi risparmi solo per migliorare la tua casa, che con gli anni aveva bisogno di ristrutturazioni. Qualche sciopero, assieme ai tuoi compagni di lavoro, ma tutto sommato ti sei tenuto fuori dalla mischia. Poi è arrivato il momento della pensione. Alla tua età hai ancora i soldi contati nelle tasche; devi stare attento a non sforare nella spesa; vai alla ricerca delle offerte nei supermercati; compri indumenti nuovi nel periodo degli sconti; con tua moglie frequentate i mercatini rionali. Tutto sommato non vi manca niente: conoscete i vostri limiti, ma non siete sommersi dai debiti. Tutto quello che avete ve lo siete sudato e guadagnato.

La tua vita è stata tutta lavoro, famiglia, dignità, ponderatezza, all’interno dei quali ti sei costruito i tuoi momenti di felicità.

Ma qualcuno lassù, nelle alte sfere della politica, nei pulpiti della finanza, ha detto che c’è una crisi economica del sistema, e ha deciso che quelli come te devono pagare con maggiori sacrifici, con aumenti di tasse, tagli al reddito e cose del genere. Quelli lassù hanno deciso che il problema in Italia sono i pensionati, sono quelli che si sono fatti una casa, sono quelli che frequentano gli ospedali perché stanno male; sono quanti si servono dei trasporti pubblici; sono i milioni di piccoli uomini che per tutta una vita hanno tirato la cinghia.

Tu adesso ti vedi obbligato a pagare per qualcosa che esula dalle tue responsabilità. Cosa c’entri tu con questa crisi? Cosa hai fatto tu per provocarla? Qual è stato il tuo contributo – piccolo uomo che hai lavorato sodo, pagato le tasse, tagliato i tuoi sogni, limitato i tuoi desideri – al debito pubblico del tuo paese? Nessuno viene a spiegartelo. Dicono solo che “dobbiamo fare tutti uno sforzo, ma sarà all’insegna dell’equità”. Equità? Non si toccano i 25 miliardi che lo Stato sta spendendo in cacciabombardieri: 131 F 135 e 100 Eurofighter Thyphon; non si toccano i tanti miliardi che vengono regalati ogni anno alla Chiesa cattolica; non si toccano i grandi patrimoni; le grandi rendite; gli evasori. Anzi, tutto questo viene protetto, difeso, garantito dal nuovo esecutivo golpista messo in piedi dai ladroni della finanza internazionale.

Piccolo uomo: tu sei il problema. Ma fortunatamente, tu sei anche la soluzione. Tu non hai debiti, mentre loro hanno tanti debiti con te e con i milioni di piccoli uomini come te. Milioni, capisci? Una forza, quella di un gigante che dorme, inutilizzata, o utilizzata male. Una forza che oggi può valere tanto. Svegliati piccolo uomo, svegliati gigante. Dài inizio alla rivoluzione.

Pippo Gurrieri

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