In 4000 a Niscemi contro il MUOS e per la smilitarizzazione del territorio

Almeno 4000 persone hanno preso parte al corteo contro il MUOS svoltosi il 6 ottobre a Niscemi; 8 autobus, vari pulmini, decine e decine di auto, hanno portato a Niscemi attivisti NO MUOS e di varie associazioni, sindacati di base, partiti e movimenti, che con una significativa presenza di abitanti del luogo, hanno risposto all’appello del coordinamento regionale dei Comitati.

Il 6 rappresentava la giornata conclusiva di un mese di lotta che ha avuto momenti salienti nella tre giorni di presidio del 7, 8 e 9 settembre, durante i quali un blitz notturno rumoroso di attivisti alla base ha provocato 17 denunce per radunata sediziosa, manifestazione non autorizzata e danneggiamento. L’11 settembre c’è stata poi l’audizione dei sindaci di Vittoria e Niscemi e di una delegazione del coordinamento NO MUOS da parte della commissione difesa della Camera e della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato, conclusasi con la richiesta di moratoria dei lavori di costruzione del MUOS.

Ma è stato un mese di iniziative e di tessitura organizzativa in tutte le province siciliane, che a fine mese, in particolare il 29 ha trovato sintesi nella giornata di mobilitazione locale, con manifestazioni in decine di città e paesi, e un presidio all’aeroporto di Comiso e poi in città per collegare la mancata apertura dell’aeroporto con la costruzione del MUOS. Nei giorni precedenti il 6 ancora iniziative a Messina contro la decisione di installare un impianto NATO all’Arsenale, a Fontanarossa, a Mineo e in altri posti.

La mattina del 6 la notizia del sequestro da parte della Procura di Caltagirone dei cantieri del MUOS per violazione delle leggi sulla protezione dell’ambiente, ha galvanizzato il movimento, che ha letto questo fatto come la conseguenza delle sue forti pressioni.

La stradina che collega la provinciale per Caltagirone alla base americana NRTF n.8 si è subito riempita del lungo serpentone dei manifestanti; metà del corteo era quella dei comitati, almeno 2000 persone con le bandiere NO MUOS e tanti striscioni, fra cui quello della delegazione di donne del NO Dal Molin. Seguivano gli spezzoni delle associazioni, dei Cobas e della CUB, di partiti e partitini della galassia comunista, della Federazione Anarchica Siciliana. I politici presenti (Fava, Borsellino, il sindaco di Niscemi più altri) sono stati relegati indietro, secondo le decisioni dell’assemblea organizzativa che ha decisione di non dare spazio a nessun tipo di strumentalizzazione.

Un corteo che ha superato ogni aspettativa, allegro e combattivo, composto da tantissimi giovani, da famiglie con  i bambini, ma anche dalla generazione dei militanti degli anni settanta, di quelli delle lotte a Comiso contro la base missilistica, seguito dalle forze dell’ordine, molto preoccupate per eventuali tentativi di forzare il blocco; un elicottero ha ronzato a bassa quota sulle teste dei manifestanti facendo riprese costantemente. Davanti al cancello principale della base fortemente presidiato dalla polizia, si è svolto un sit-in con vari interventi, e poi i manifestanti hanno rifatto il percorso a ritroso, ma in ordine sparso, per spostarsi in città per il secondo corteo.

Verso le 20,30 è partita la manifestazione cittadina, con un migliaio di persone e molti cittadini che si sono aggregati o l’hanno seguita ai lati. Tanti gli slogans: “Niscemi bedda, Niscemi mia, c’è cu lotta e cu talìa”; “La Sicilia sarà più bella senza il MUOS e senza Sigonella”, “Mirikani itavinni”, “Gente gente gente, non state lì a guadare, c’è il MUOS da smantellare”. Il corteo giunge in una piazza piena che l’attendeva, e subito dal palco parlano Vincenzo Cummaudo, del comitato di Niscemi, poi Antonio Mazzeo, quindi una rappresentante delle donne No Dal Molin e chiude Pippo Gurrieri, che legge il saluto dei manifestanti NO MOS australiani che nella stessa giornata hanno dato vita ad una iniziativa di protesta contro l’installazione del mostro nel loro paese, e poi il documento di solidarietà inviato dal movimento No TAV.

La giornata si chiude con i concerti di una serie di gruppi che hanno voluto contribuire alla riuscita di questa importante manifestazione.

Il salto di qualità che il movimento ha fatto è stato evidente in questa circostanza; questa prima manifestazione di massa è stata completamente autorganizzata, e ha permesso quindi di constatare il livello di maturità e di forza che il movimento ha raggiunto. Una tappa importante per le future azioni, che devono poter puntare più in profondità per contrastare la presenza militare americana.

Nettamente sconfitte quelle posizioni di certi settori minoritari dei comitati che  puntavano ad enfatizzare il rischio violenza e hanno addirittura deciso di non prendere parte alla manifestazione verso la base. Anche la provocazione dei fascisti catanesi e vittoriesi, che intendevano aderire alla manifestazione, pare invitati da alcuni soggetti niscemesi legati all’amministrazione comunale, è stata bloccata sul nascere dalla questura, che gli ha vietato formalmente di presentarsi. I fasci si sono sfogati con un misero comunicato in cui tentavano di far passare la tesi che fosse stato il coordinamento dei comitati a chiedere l’intervento della questura. Non ci sarebbe stato bisogno, perché la loro eventuale presenza ci avrebbe trovato pronti e determinati a ricacciarli nelle fogne.

Durante la giornata un presidio di solidarietà si è svolto a Bologna, organizzato da studenti siciliani militanti nei comitati No MUOS.

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