Basta con le prese in giro: il Muos non si deve costruire

Basta con le prese in giro: il Muos non si deve costruire e le antenne
NRTF si devono smantellare

Smilitarizziamo la riserva Sughereta (SIC) di Niscemi

Le recenti dichiarazioni concernenti l’incontro dell’11 marzo fra
Governo e Regione siciliana sono alquanto inquietanti:

1) La base di Niscemi è Usa e non NATO. Per 22 anni, secondo il
principio di extraterritorialità, i militari Usa hanno devastato
impunemente la Sughereta, approfittando della latitanza/collusione di
chi ci ha governato a livello locale, regionale e nazionale
(particolari responsabilità hanno i due politici siciliani Ignazio La
Russa e Raffaele Lombardo)

2) La salute dei cittadini di Niscemi e dei paesi limitrofi, già
colpita dal polo chimico di Gela, è stata violata dalle 46 antenne
NRTF, in barba al “principio di precauzione” garantito da norme
nazionali e internazionali

3) I rilievi dell’ARPA Sicilia in questi anni sono stati boicottati
dai militari Usa e ciò nonostante, grazie alle note fornite da
qualificati scienziati del Politecnico di Torino sono emerse costanti
violazioni dei limiti di legge

4) Non ci fidiamo assolutamente dell’obiettività di autorità
scientifiche “indipendenti”, spesso sensibili alle pressioni del
complesso militare industriale, delle transnazionali della telefonia e
dei poteri forti. Addirittura nella base Usa di Niscemi lavorano ditte
sprovviste della certificazione antimafia, mentre si nega l’accesso
alla stessa Arpa e ai rappresentanti istituzionali.

La fase di verifica sulla pericolosità del MUOS è superata dalle lotte
di questi mesi, mentre da decenni è più che verificato che le 46
antenne abbiano gravemente danneggiato la salute dei niscemesi.

Il coordinamento regionale dei comitati No MUOS, dopo l’incoraggiante
riuscita della manifestazione del 6 ottobre scorso e alla luce della
crescente partecipazione popolare al presidio permanente in contrada
Ulmo e ai blocchi dei lavori nella base della morte, fa appello alla
vigilanza per evitare che i media diffondano notizie tranquillizzanti,
quando invece ci si prepara a una svolta repressiva dei blocchi per
arrivare alla fine alla revoca della revoca (per la precisione è
ancora in corso l’avvio del procedimento di revoca).

Finché i mezzi della Comina saranno all’interno della base, gli operai
continueranno ad essere fermati fuori dai cancelli e invitati a
tornare indietro. E così sarà anche per quegli operai che i militari
americani “veri” tentano di mascherare da marines, di fatto venendo
meno agli impegni assunti con le autorità italiane, arrivando persino
a beffare pure la polizia italiana, come il questore ha dichiarato nel
corso di un incontro l’8 marzo scorso.

L’opposizione delle popolazioni siciliane al MUOS e alle 46 antenne
della base NRTF non può essere elusa, né delusa: oltre ai danni ad
ambiente e salute, già ampiamente documentati, per i quali non
occorrono ulteriori verifiche, proprio come ha deliberato l’ARS, vi
sono mille altri motivi per avviare lo smantellamento del sito. Ne
accenneremo solo tre:

c’è una questione di sovranità territoriale: anche se si dimostrasse,
per assurdo, che l’impianto fa bene alla flora e alla fauna e pure
alla salute dei cittadini irradiati, la popolazione non lo vuole.

vi è pure una questione che riguarda davvero la sicurezza nazionale:
non lo vogliamo perché è un’arma potentissima perennemente puntata
contro il nostro stesso territorio e la popolazione. Territorio e
popolazione doppiamente a rischio: perché esposti alle micidiali
emissioni e perché bersaglio di azioni belliche ostili e, soprattutto,
perché l’Italia ripudia la guerra e il MUOS serve soltanto alla guerra

non ultima vi è la questione ambientale. Non è legittimo abbattere
decine di ettari di bosco della riserva Sughereta per far posto a 46
antenne e tre parabole da guerra inquinanti.

Siamo inoltre perfettamente consapevoli che è impossibile un controllo
effettivo delle emissioni attualmente esistenti o una stima di quelle
del MUOS senza la disponibilità di dati certi e pubblici di prima mano
cui gli USA hanno impedito sinora l’accesso persino all’ARPA Sicilia.
Perciò ci lascia profondamente perplessi il dietrofront del presidente
Crocetta che assoggetta una decisione assunta nei modi di legge e con
le prerogative dell’autonomia siciliana ai tentennamenti del governo
nazionale, interessato, prima di lasciare il campo a un altro
esecutivo, solo a compiacere il complesso
politico-militare-affaristico internazionale e non certo a favore
degli interessi dei siciliani.

A trent’anni dalle grandi manifestazioni popolari contro gli
euromissili a Comiso dobbiamo impedire che la Sicilia diventi sempre
più una portaerei Usa per guerre neocoloniali.

I presidi e i blocchi dei lavori continuano, tutti/e a Niscemi il 30 marzo

No al MUOS Ora e Sempre

Comunicato stampa del 12 marzo 2013

Coordinamento regionale dei
comitati NoMUOS

http://www.nomuos.info/appello-30-marzo/

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