Il mondo alla rovescia

Con la revoca delle autorizzazioni concesse il 28 giungo 2011 dalla giunta regionale retta da Lombardo (MPA-PD), effettuata il 29 marzo, da parte dell’amministrazione che governa la Sicilia, il cantiere del MUOS a Niscemi è diventato abusivo, cioè privo dei necessari permessi di costruzione. Questo passaggio ha tuttavia trovato una sua prima contraddizione nel successivo accordo tra governo Crocetta e governo Monti, secondo il quale la revoca rimane sino a quando una commissione “super partes”, in realtà poi costituita all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità, non si pronuncerà sull’effettiva nocività delle emissioni elettromagnetiche del MUOS. Qualora quindi, questa commissione dovesse emettere un verdetto favorevole agli USA, tutte le motivazioni della revoca verrebbero automaticamente a cadere. Ma l’ISS è un organismo di parte; il governo italiano ha infatti più volte dichiarato e dimostrato di essere favorevole all’installazione del MUOS, ritenuto “di interesse strategico per l’Italia”, mentre il Ministero della Difesa ha fatto ricorso al TAR contro la revoca del governo siciliano, chiedendo addirittura un risarcimento di 25.000 euro al giorno, per il deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti e per i danni subiti dalla Loocheed Martin, comportandosi, pertanto, come difensore d’ufficio del governo americano.

Il governo italiano ha anche fatto di più: ha violato la revoca regionale, ordinando alle forze di polizia di scortare quotidianamente le ditte al cantiere – un cantiere privo dei permessi di costruzione – svolgendo un servizio di protezione verso una ditta vicina alla mafia, privata del certificato antimafia. La revoca governativa regionale è andata nei fatti a farsi benedire, i lavori sono continuati più rapidi di prima.

Niscemi si è trasformata in un mondo alla rovescia e quel concetto di legalità tanto strombazzato da tutti i pulpiti, qui, paradossalmente, si esprime attraverso i blocchi degli attivisti, attraverso le azioni dirette, attraverso il tentativo quotidiano di fermare i lavori al cantiere, che continuano nonostante sospensioni e revoche più volte annunciate. Lo Stato, i suo organi, e le sue forze dell’ordine, rappresentano l’illegalità tipica della delinquenza organizzata: i blocchi lungo la strada vengono sgomberati con metodi duri, arrivano fogli di via e denunce agli attivisti, si minaccia chiunque voglia solidarizzare con il movimento, si arrestano militanti. Illegale dunque è il sistema; lo Stato fa quel che vuole delle sue leggi, e il suo unico principio è quello della “prepotenza”: il MUOS, le antenne della base NRTF, la guerra che da Niscemi si svilupperà in maniera supertecnologizzata, i tumori e le altre malattie che subisce la popolazione, lo stupro della sughereta, la criminalizzazione del movimento, le botte e gli arresti sono “valori” da imporre a tutti i costi, base procedurale di un sistema democratico prostituto, a cui ciò che resta di una cultura giuridica strapazzata e di una parvenza di libertà ammaestrata, si deve adeguare. Chi non condivide si pone fuori dal consesso civile, fuori dalla legge, diventa fuorilegge. Ma di quale legge stiamo parlando? di quella del più forte, di quella scritta sulle punte dei manganelli, sugli scudi della polizia, sui fogli di via, le denunce, gli arresti, le falsità e le intimidazioni.

Anche a Niscemi è nata la scuola giuridica già consolidata in Valle Susa, in base alla quale, tutti coloro che dissentono, protestano, lottano, si vengono a trovare in una condizione di trasgressione quotidiana, sempre sul punto di commettere un reato. Gli unici a non accorgersene sono quei balordi affetti da cretinismo parlamentare, che ancora vengono a ricordarci la revoca di Crocetta e i successi delle mozioni fatte approvare all’Assemblea regionale.

Il carattere di resistenza assunto dalla lotta contro il MUOS, di lotta per la libertà contro il fascismo sempre meno strisciante e sempre più evidente che dalle stanze del potere romano alle strade di contrada Ulmo, tenta di imporsi sulla società, appare oramai consolidato e indiscutibile.

Pippo Gurrieri

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