Fuori dal… comune

Fuori dal… comune

Ecco l’ennesima scadenza elettorale – questa volta sono le comunali – e cambierà tutto per non cambiare niente. Ogni candidato promette innovazioni e rivoluzioni ma, come avviene sempre, non rispetterà le promesse e non farà gli interessi dei/delle cittadini/e. Dopotutto, sono molti decenni che si vota, e ormai sappiamo bene come il potere corrompa anche gli animi più puri. Un vecchio slogan recitava che “Se il voto potesse cambiare qualcosa sarebbe già stato abolito”, e mai affermazione si è dimostrata più vera.

Dopo innumerevoli elezioni e amministrazioni di tutti i colori e di tutti i simboli, le nostre città sono un vero e proprio disastro: i problemi sociali si accumulano quotidianamente, viabilità scadenti e caotiche, raccolta della spazzatura al collasso, acque inquinate e con scarsa erogazione, polveri sottili che ci inquinano, lavoro precario o sua mancanza del tutto, spazi verdi e luoghi pubblici di aggregazione quasi inesistenti, trasporti pubblici inadeguati, enormi buchi di bilancio nelle casse dei comuni. Questo quadro, anche se sommario, è tragico. La colpa del disastro è delle amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi, dei potentati economici, della mafia, etc , ma in parte è anche nostra. È nostra perchè non siamo stati in grado di cacciare via questi parassiti sociali, ma li abbiamo lasciati rovinare la nostra città e il nostro territorio.

Ad ogni elezione tornano a raccontarci balle, magari hanno anche volti nuovi e nuovi nomi con i loro partiti/liste civiche/movimenti, ma sono simili nella ricerca del voto e del potere, che poi utilizzeranno per fare ciò che più gli aggrada, con privilegi e tornaconti personali.

Pensiamo che una società, per essere giusta, deve fare a meno di qualsiasi struttura gerarchica, perchè non siamo noi ad aver bisogno di loro, ma sono loro che necessitano dei nostri voti e del nostro consenso. Crediamo che per risolvere i problemi delle città, ma non solo, dovremmo cominciare facendo a meno delle classi dirigenti, evitando di cadere nella trappola dei politici “più onesti e giovani”. Noi cittadini/e, se abbiamo coraggio e volontà, siamo in grado di autogestire le nostre città dal basso, senza padroni né padrini. Come? Incontriamoci, confrontiamoci e agiamo assieme. Può sembrare un’idea colossale, ma autoorganizzandoci e dividendoci i compiti è possibile mandare avanti la città efficacemente con solidarietà, lavoro e libertà. Basta dare la fiducia non ai politici, ma a noi stessi, perché il cambiamento parte dalla volontà di ognuno/a di noi.

Per le elezioni amministrative non andiamo a votare

ma lottiamo dal basso per la gestione diretta

del bene comune.

Federazione Anarchica Siciliana

Venerdì 7 giugno 2013, ore 18, dibattito su astensionismo elettorale e partecipazione dal basso alla gestione della comunità.

Alla Società dei Libertari, via Garibaldi 2 – Ragusa

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