Con tenacia e volontà

Mentre da Roma il presidente Napolitano, nel discorso di commemorazione del 25 aprile, poneva il suo alt al taglio delle spese militari, dichiarava che i 2 marò assassini bloccati in India “fanno onore all’Italia” e metteva in guardia da “vecchie e nuove pulsioni antimilitariste”, a Niscemi gli antimilitaristi onoravano la Resistenza con un’azione di liberazione di un pozzo d’acqua recintato dai militari americani dentro il perimetro della base NRTF, oggi anche MUOS. Un’azione svolta alla luce del sole, per dimostrare agli occupanti e alla polizia italiana che la lotta non si arresta (in tutti i sensi), ma anche per ricordare alla popolazione che la carenza di acqua in città non è slegata dalla presenza militare USA, e pertanto, così come va imposto lo smantellamento della base, va anche imposto, con una dura lotta, il diritto all’acqua potabile tutti i giorni, e non ogni due settimane, assieme a tutti gli altri diritti calpestati: viabilità, lavoro, servizi sociali.
E’ stato un 25 aprile resistente, che ha fatto cadere reticolati, riperimetrato il pozzo lasciandolo fuori dalle grinfie statunitensi (anche se nel corso della notte i militari se lo sono ripresi), e che ha lanciato un appello a non mollare questa lotta, a non considerarla finita con il completamento del MUOS, a farla ripartire nei territori, ma anche fuori dalla Sicilia, su tutti i fronti fino ad ora tenuti aperti: Contrada Ulmo, la città di Niscemi, il TAR, le svariate lotte territoriali che, dalla Sicilia alla Val Susa, ormai innalzano, con le loro bandiere, anche quella dei NO MUOS.
Le assemblee del 26 aprile svoltesi al presidio hanno provato a rimettere in movimento il movimento, attraverso la ricerca di unità d’azione fra i vari soggetti organizzati che si muovono dal basso contro le devastazioni ambientali e lo smantellamento di diritti e conquiste. E’ stato lanciata una nuova scadenza di lotta ad agosto, con un campeggio dal 6 al 12 e una manifestazione per il 9, anniversario dell’invasione della base militare americana dell’anno scorso, mentre per giugno si procederà ad una vasta mobilitazione in Sicilia, con un tour che coinvolgerà i comitati NO MUOS e decine di paesi non ancora raggiunti dall’attivismo. In mezzo altre iniziative, sia a Niscemi che fuori, per mantenere viva la fiaccola della lotta.
Alla vigilia del primo maggio è arrivata la risoluzione della XIII Commissione Permanente del Senato sulla mozione MUOS presentata dal Movimento 5 Stelle; i senatori nel mese di marzo avevano svolto una lunga serie di audizioni a Caltanissetta e a Roma (si veda il comunicato del coordinamento dei Comitati NO MUOS a pag. 2) ma, come volevasi dimostrare, nonostante una chiara presa d’atto dei rischi derivanti dalla presenza del MUOS, la loro mozione non si spinge oltre la richiesta di monitoraggi, di riduzione dell’inquinamento del petrolchimico di Gela e addirittura dello smontaggio delle antenne inattive nella base NRTF n. 8, punto questo che rappresenta un’offesa all’intelligenza e al buon senso; nessun cenno alla questione dell’impatto militare del MUOS e del conseguente coinvolgimento nelle strategie belliche USA dell’Italia, o alle più volte denunciate violazioni delle stesse norme costituzionali borghesi: la montagna non solo partorisce il topolino, ma con questa sorta di mozione-aborto ce ne consegna appena il feto.
La palla di questo “orrendo gioco” torna sempre al movimento. La strada è in salita, ma il 25 aprile ha dimostrato che i tenaci sanno scalare le montagne e sfidare la prepotenza militare e la repressione, non cedendo alla rassegnazione, alla stanchezza, alla sindrome di isolamento. E sulla loro iniziativa, sulla loro volontà, sarà possibile riaggregare le forze e dare nuovo slancio alla lotta. Fino alla vittoria.

Pippo Gurrieri

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