Solidarietà alle combattenti e ai combattenti di Kobane

Solidarietà

alle combattenti e ai combattenti di Kobane

Da alcuni anni il Kurdistan, ed in particolare la regione del Rojava dentro i confini siriani, è riuscito ad affermare una propria autonomia amministrativa, basata sull’autogoverno di comuni e villaggi, ed un quadro di relazioni sociali improntate all’autorganizzazione, alla parità tra uomini e donne, alla convivenza tra etnie, popoli, fedi religiose e all’autodifesa militare.

In un’area come il Medio Oriente, devastata dagli Stati e dalle appartenenze religiose, fonti di divisione, guerra, discriminazioni razziali e di genere, sfruttamento e oppressione, la rivoluzione del popolo curdo assume un significato straordinario e si dimostra, altresì, l’unica barricata contro il militarismo e l’integralismo religioso rappresentato dall’ISIS e dai suoi stati protettori (Turchia, Arabia Saudita, Qatar, ecc.), l’unica realtà che è riuscita non solo a contenere le forze integraliste, ma a dimostrare come l’unità dei popoli, l’eguaglianza tra uomini e donne, siano risorse necessarie non solo alla riuscita di una resistenza militare, ma anche ad attuare un vero cambiamento sociale.

Non è un caso che Kobane sia sotto assedio da un mese e tutto il Rojava, con le sue conquiste, sia nel mirino dell’ISIS e di stati filoccidentali, come la Turchia, storici oppressori del popolo curdo e perciò nemici dei suoi processi di liberazione e indipendenza.

Se l’ISIS si sta accanendo contro i resistenti curdi, è perché concepisce la loro lotta e le loro realizzazioni rivoluzionarie come il più grande ostacolo al suo cammino verso la fascistizzazione religiosa dell’area.

L’1 novembre è stata proclamata giornata mondiale di solidarietà alla resistenza di Kobane; e con sincero spirito internazionalista ci stringiamo attorno a questo popolo eroico, impegnandoci ad attuare ogni genere di solidarietà con chi combatte a difesa delle conquiste libertarie della popolazione.

Un contributo contro questa guerra, contro tutte le guerre, lo stiamo già dando impegnandoci contro l’incessante processo di militarizzazione del pianeta, che vede nel MUOS il suo strumento centrale e la base siciliana di Niscemi l’arma per il controllo delle guerre d’aggressione nell’area mediterranea e mediorientale.

Lunga vita alla rivoluzione in Rojava.

http://fasiciliana.noblogs.org Federazione Anarchica Siciliana 30-10-2014 f.i.p.

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