Dopo le elezioni

Dai risultati elettorali del 26 maggio esce fuori un’ Europa spostata a destra; anche se il fronte sovranista-fascista mantiene numeri limitati, i sui argomenti hanno ormai condizionato gli altri partiti e li hanno indotti a politiche sempre più destrorse per tentare di recuperare consensi.
In Italia il travaso di voti da 5 Stelle a Lega ha rafforzato il centro-destra e le sue politiche di sciacallaggio e attacco alle libertà sotto ogni aspetto, facendo prevedere, cadrà o meno l’attuale governo fasciostellato, una recrudescenza delle politiche razziste, omofobe, militariste, liberiste e nazionaliste. Il decreto sicurezza bis, ad esempio, che preannuncia multe salate per chi salva migranti in mare e li sbarca in Italia, maggiori poteri al Ministro dell’Interno, anni di carcere per chi utilizza petardi, bengala, fumogeni ecc. nei cortei e per chi distrugge cose mobili e immobili, potrebbe essere uno dei primi provvedimenti a essere scagliato contro chi disobbedisce e protesta.
Tuttavia cadremmo in errore se confondessimo lo spostamento a destra dei partiti e delle istituzioni, con un diffuso sentire di destra. E questo per alcune considerazioni che riteniamo imprescindibili:
Primo: ogni governo è sempre di destra, e di conseguenza i partiti governativi o aspiranti tali sono di destra, per il solo fatto di essere autoritari, statalisti, difensori di interessi parassitari, degli equilibri dello sfruttamento, dello status quo; a prescindere dal colore, sono sempre pronti a passare dal riformismo al totalitarismo e viceversa pur di mantenere il potere. La storia ci è maestra in tal senso, in ogni latitudine sia geografica che politico-ideologica.

Secondo: la massa delle persone recatasi a votare, specie in Italia, è andata calando e nel Sud e isole ha toccato livelli bassissimi; anche se l’astensione di milioni e milioni di individui non può essere considerata una mera contestazione di partiti e governi, essa è comunque una sottrazione di consenso e una protesta allo stato larvale, che può – cioè in potenza – diventare opposizione.

Noi anarchici siamo consapevoli che esiste una forte differenza tra socialdemocrazie e fascismi, ma sappiamo anche che questi sono sorti dalle degenerazioni delle prime o, comunque, dei regimi democratici, nel momento in cui le promesse riformiste di partiti e governi, si sono dimostrate false, tradendo le aspettative della popolazione. Ma la corruzione, la mafiosità, la prepotenza, il servilismo alle strategie della finanza internazionale, che avrebbero potuto e dovuto dare impulso a lotte sempre più dure in chiave antistatalista e anticapitalista, grazie alla natura traditrice e compromissoria dei partiti riformisti e democratici, sono diventati invece carburante per movimenti autoritari e per progetti fondati sulla discriminazione di classe, di sesso, di provenienza geografica, ecc., in una parola fascisti.
Per questo l’appello a votare contro Salvini lanciato da aree che di disastri sociali ne hanno compiuti abbastanza (e ancora non hanno finito), ha fatto abboccare poche persone, e, ci ha visti estranei e critici. Le idee e i propositi salviniani sono tutti scritti nelle politiche liberiste, razziste, xenofobe, filocapitaliste, dei partiti che lo osteggiano, i quali hanno contribuito a creare questo mostro che i 5 Stelle, infine, sono riusciti a portare al trionfo politico-elettorale. Gli oppositori a Salvini non erano credibili nemmeno al loro elettorato, figuriamoci a noi che abbiamo assaggiato i manganelli, le repressioni, le politiche affamatrici dei loro governi.
Detto questo, non stiamo certo a sottovalutare come il clima di reazione che va imponendosi costruisca da un lato luoghi comuni forcaioli e fascistoidi e dall’altro spinga sempre più fuori dalle fogne gruppi squadristici lanciati ad aggredire, stuprare, aizzare contro rom e migranti la gente delle periferie, provocare, diffondere la cultura dell’odio, forte della copertura e della complicità delle istituzioni. E questo, senza scadere nella pratica dello scontro per lo scontro, deve indurre a fare chiarezza nel fronte antifascista, tra chi ha tollerato democraticamente la sterzata a destra imposta dal pd e dai suoi governi alla società, ed oggi, animato da puro sentimento benpensante, si mostra indignato, e chi, invece, ritiene che lo squadrismo si combatte anche rispondendo colpo su colpo, contendendogli gli spazi che cerca di occupare, costruendo l’autodifesa dei movimenti di lotta. Anche. Perché la ripresa di un movimento di emancipazione vero e serio passa dalla diffusione di nuove consapevolezze sulla stretta connessione tra capitalismo-fascismo-sovranismo; tra militarismo e Stato; tra maschilismo-clericalismo-squadrismo; e non si combatte uno di questi fattori senza combattere tutti gli altri; senza, cioè, una dimensione libertaria e rivoluzionaria.

Pippo Gurrieri

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