Coronatanz e altri rimedi

Musica.  Cosa fare ascoltare ai vostri vicini di casa.

Come se niente fosse successo, come se le porte fossero ancora aperte e non sbarrate dalla peste e dalla paura, ecco Händel – la sua musica- a ricordarci la Bellezza che, come le rose, è indispensabile quasi quanto il pane.
Ecco, io avrei iniziato così questo articolo, con il tono un po’ ispirato e un velo di tristezza che questi giorni richiedono; ero perfino arrivato a tirare in mezzo Händel, che non è certo uno con la cresta o gli spilloni. Händel: uno che a sentire John Zerzan, già doverosamente bastonato nel numero di Marzo di Sicilia libertaria, “parla dell’ascesa dell’imperialismo inglese”. Il meno adatto per un giornale come questo. Sicuramente il più utile in questi tempi in cui il Vs. aff.mo, come tanti, trascorre questi giorni di pandemia percorrendo furiosamente il perimetro della gabbia mille volte al giorno. Urgono pazienza per le intemperanze verbali che da sempre caratterizzano questa sventata rubrica, ma soprattutto rimedi: e Händel è uno di questi, specialmente se assunto a stomaco vuoto, appena svegli. Fidatevi di chi vi vuole bene.
Poi, dalla generosa terra Alemanna, amici sinceri ci suggeriscono altri balsami che contribuiscono a migliorare il tono muscolare e l’afflusso di sangue al cervello: tra questi, tutti iscrivibili nel benemerito pop tedesco, uno dal nome impronunciabile: AnnenMayKantereit. Un ragazzino dal volto angelico e con la voce da scaricatore di porto che fa canzoni più utili di una cyclette o di una corsa al parco. Senza dimenticare, se nel frattempo si debbono tenere buoni i bambini reclusi, gli indispensabili Einstürzende Neubauten sparati a palla.
Niente, però, in confronto agli effetti rigeneratori sulle sinapsi che ha Genesis P-Orridge e le sue tette di silicone. Che prescriviamo volentieri anche per ricordarlo, visto che si è reso defunto proprio in questi giorni e giusto per darci un tono intelligente e post industriale come non facevamo da tempo.
Ora è vero che, a differenza di Händel, Genesis P-Orridge ha cambiato sesso optando non per uno ma per molti (panandroginia, come dicono quelli che hanno studiato; un progetto allo stesso tempo “politico e romantico” come lo definì il nostro); o che non ha ricevuto funerali di Stato e, anzi, è stato etichettato come “sabotatore di civiltà” dal parlamento britannico ma, credetemi, è una buona accoppiata, quasi come l’ananas sulla pizza Margherita. Anche quest’ultima un modo per indagare gli stati alterati della coscienza.
Per i vostri momenti di relax, consigliatissimo il punk rozzo e violento dei Dead Boys; se poi volete dare un tono più intimo alle vostre videochiamate sentimentali sarà opportuno, dopo aver smorzato le luci, mettere sullo stereo il primo album dei Suicide. L’atmosfera della conversazione ne risentirà piacevolmente.

Ma bisogna stare attenti ai tanti consigli che schiumano dai vari social: il cretino, oltre ad essersi specializzato, ormai si è anche digitalizzato. Tra i tanti ciarlatani che vendono impiastri miracolosi c’è chi ha proposto di cantare dai balconi l’inno nazionale o “l’Italiano” di Cotugno. Chi i concerti in streaming e la recita del rosario. Chi, per il 25 aprile, di intonare “Bella Ciao” dalle finestre. Chi gioca allo sbirro col cellulare e chi fa il tifo per sindaci autoproclamatisi sceriffi di tutti gli ignoranti. Chi, insomma, ha trasformato un’emergenza in un reality show o, peggio ancora, prova a farla diventare una caserma.
Altri hanno provato a dare un senso a questa reclusione forzata componendo, suonando, dipingendo, scrivendo, disegnando, filmando; e soprattutto pubblicando, condividendo e intasando i social con queste autoproduzioni che, in molti casi, assomigliano ai centrini fatti dai carcerati. Operazioni non tutte necessarie, alcune soltanto furbe, poche realmente sincere. E in questa occasione, chi fino ad ora si è sempre scagliato contro il free download difendendo all’ultimo sangue il copyright e schierando polizia e tribunali per difendere i propri possedimenti, sembra che abbia improvvisamente scoperto il valore del gratis. Ma è un gratis finto, che serve solo a dare visibilità, a ingolfare gli archivi, a svilire l’idea stessa di regalo facendolo diventare una concessione speciale, che si può fare solo in tempi speciali, e poi basta.

Uno dei pochi che si è sottratto a questi riti è Nick Cave che sul suo sito ha scritto di aver in primo tempo considerato ipotesi come “una performance solista da casa, un album dell’isolamento, un diario online, una sceneggiatura di un film apocalittico, una playlist della pandemia su Spotify, iniziare un club di lettura online, trasmettere un tutorial sulla composizione delle canzoni o un programma di cucina”. Solo che alla fine, niente di tutto questo ha convinto il nostro sciamano australiano preferito: “siamo diventati testimoni di una catastrofe […] quando alla fine usciremo da questo momento avremo scoperto cose sui nostri leader, i nostri sistemi sociali, i nostri amici, i nostri nemici e, più importante di tutto, su noi stessi.” “Per me non è il momento di seppellirmi negli impegni del lavoro creativo […] Questo è il momento di farsi da parte e usare questa opportunità per riflettere su quale esattamente sia la nostra funzione – che cosa, come artisti, siamo qui a fare”. Una buona domanda da porsi, che riguarda tutti noi e non solo gli artisti (ai quali preferiamo gli artigiani, ma qua il discorso si farebbe un po’ più lungo dovendo toccare etimi, semantica e paraculaggine).
Infine, per l’esercizio quotidiano e lo smaltimento delle calorie, è consigliatissima la disco anni Settanta e Ottanta o, ma solo ad alto volume, “Waiting room” dei Fugazi a ripetizione. Tutto da ballare fino allo sfinimento, vostro e dei vicini di pianerottolo resici così intimi dalle pareti di carta velina della moderna edilizia in cartongesso in cui ci ha rinchiusi questa peste e un futuro ancora peggiore. Dice che andrà tutto bene. Per chi, rimanendo così le cose, lo sappiamo già.

Aldo Migliorisi

Playlist consigliata:

  1. Händel, “Water music”
  2. AnnenMayKantereit, “Ich geh heut nicht mehr tanzen”
  3. Einstürzende Neubauten, “Silence is sexy”
  4. Genesis P-Orridge, “While i’m still here”
  5. Dead Boys; “Sonic reducer”
  6. Suicide: “Frankie Teardrop”
  7. Nick Cave: “Into my arms”
  8. Dance anni 70/80, la più trucida possibile.
  9. Fugazi, “Waiting Room”
  10. Stavo quasi per dimenticare i Motörhead.

 

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