Agenda 2015

L’unico augurio che possiamo fare a chi ci legge è di continuare ad avere la forza di resistere contro questo mondo infame avvolto nella cappa plumbea dello Stato e del Capitale, e di provare ad andare oltre la resistenza perseguendo obiettivi raggiungibili attraverso lotte e metodi coinvolgenti, forti, diretti, possibilmente vincenti.

Resistere e vincere. Contro il MUOS, ad esempio, il cui progetto va avanti non solo in contrada Ulmo, ma con le campagne di disinformazione, o di simpatia verso gli invasori americani, e i tentativi di isolare gli attivisti più conseguenti dividendo il fronte del NO in buoni e cattivi (i primi sono i preferiti dal Potere e degli USA). Contro il MUOS fino alla vittoria, così come contro le trivellazioni petrolifere, vero atto di forza di multinazionali e governi loro asserviti, a Roma come a Palermo, attuato con la complicità dei sindacati istituzionali, contro interi territori. Stanno cercando di far passare la logica della devastazione attraverso l’imbroglio dei posti di lavoro e la ricchezza a portata di mano; in realtà impongono solo un modello di sviluppo che ha fatto il suo tempo, ha distrutto la Terra, e si regge sullo sfruttamento dell’uomo e della natura. Costruire resistenze territoriali a sostegno di obiettivi anche locali e minimi, per mettere in discussione l’arroganza di tutti i poteri e per sperimentare metodi di lotta e modelli organizzativi orizzontali in cui saltino le mediazioni burocratiche, le interferenze partitiche, i ricatti moralistici. Resistenze unite fra di loro, dalla Sicilia alla Val Susa, in un fronte ideale e politico.

Resistere e vincere. Contro fascisti e razzisti, nel particolare e nel generale. Alzano la cresta, si sentono legittimati dallo stato confusionale in cui versa la società; azzannano i più deboli, scaricano sugli immigrati le rabbie compresse della gente, alzano le bandiere dell’ambiguità infilandosi dentro contesti di lotta e malcontento; convivono col malaffare partitico e mafioso. Hanno conquistato troppi spazi, ed è tempo di arginare la canea reazionaria, a cominciare dai luoghi dove viviamo, con ogni mezzo si renda necessario. Non ci possiamo più permettere di tollerare gli intolleranti e gli squadristi.

Resistere e vincere. Anche sui posti di lavoro, dove si abbatte la scure padronale che cancella non solo i diritti dei lavoratori, ma le possibilità di costruire percorsi organizzativi alternativi al sindacalismo filo statale; dove sindacati che strillarono per la loro esclusione dalla contrattazione (Fiom) continuano a escludere, come hanno sempre fatto, chi non fa parte della congrega dei venduti e dei servi. Lavoro, ma anche non lavoro, sempre più diffuso, ma centrale in qualsiasi percorso di costruzione dal basso di processi rivendicativi e di riscatto sociale. Dalle macerie di una classe possono e devono sorgere le fondamenta di nuove fortificazioni dentro le quali prepararsi ad affrontare degnamente il capitalismo, i signori dello sfruttamento e della guerra.

E non scordarsi della dimensione internazionale; economica, politica, militare, dei nostri problemi, molto simili, per quanto all’apparenza diversi, a quelli di altri contesti. Simili nei sensi, nelle finalità; internazionalismo, dunque, come uscire fuori dal cortile, guardarsi attorno, scrutare i confini delle lotte sociali, della guerra di classe, dei moti di cambiamento che ci indicano la strada, o le strade, anche dalle montagne messicane o dalle rive dell’Eufrate, e sentirsi parte integrante di ciò che avviene nel Mondo, dal nostro piccolo mondo quotidiano alle sponde mediterranee, e oltre. Agganciandosi al treno del cambiamento con solidarietà, confronto, esportazione ed importazione di esperienze, lotta contro i nemici globali e locali, che ovunque coincidono.

Resistere e vincere anche con la cultura, con la rilettura della storia, con l’indagine sociale, con l’arte nelle sue varie espressioni, con la battaglia atea e anticlericale, costruendo fronti che abbattano i muri dell’ignoranza e dell’appiattimento con armi che si chiamano libro, canzone, poesia, film, murales, quadro, rivista, blog… azione diretta.

Buona Anarchia a tutti

Pippo Gurrieri

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