MALARAZZA

Decreto Salvini. Prove tecniche di totalitarismo

Il Consiglio dei Ministri lo scorso 24 settembre ha approvato il “decreto sicurezza”, che può essere considerato la summa delle politiche razziste e repressive della coalizione fasciostellata. Il decreto si divide in tre parti: 1) diritto d’asilo e della cittadinanza; 2) sicurezza pubblica, prevenzione e controllo della criminalità organizzata; 3) amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Il teorema securitario portato avanti dal Ministro delle Interiora Salvini, trova in questo decreto tutta la sua forma attuativa; è una nuova sferzata con cui si cercano di occultare le vere cause dell’insicurezza provocata dal liberismo sfrenato che impera da troppi anni insistendo nell’infondato binomio immigrati-insicurezza.Il capo del partito che si è abbuffato nella mangiatoia di “Roma ladrona”, reo di furto, occultamento di somme derivanti da truffa alle casse pubbliche e riciclaggio, si finge una vergine immacolata impegnata in una crociata alla Giovanna D’Arco contro chi viola la legge, bypassando spavaldamente la condanna per aver rubato 49 milioni di euro, e la vergognosa rateizzazione, ridicola e offensiva per milioni di lavoratori e pensionati indebitati fino al collo con le banche e gli strozzini: 600.000 euro l’anno per 76 anni!
Dopo aver gonfiato all’inverosimile una presunta emergenza immigrazione mistificando una situazione oramai più che strutturale, di fronte alla quale i governi succedutisi a Roma non hanno mai voluto assumere atteggiamenti adeguati, il governo tenta adesso di dare forma legale ad una serie di provvedimenti dal sapore fortemente autoritario. Così, si parte dai migranti, con la minaccia: “dopo toccherà ai rom”,e si inseriscono nel decreto nome di “ordine pubblico” di chiaro stampo scelbiano, con le quali si porta a fondo l’attacco al conflitto sociale crescente, mentre, nel finale, si apre uno spiraglio verso la mafia che, si sa, possiede pur sempre un buon bagaglio di voti da offrire ai potenti di turno.

Vediamo allora nel dettaglio i provvedimenti del decreto:

Vengono aboliti i permessi di soggiorno per motivi umanitari; rimangono solo pochissimi casi eccezionali; decade un principio introdotto in Italia nel 1998, con conseguente allargamento dell’area della clandestinità. Ma è inutile far notare questa presunta contraddizione; al governo non ci sono allocchi, ma torvi calcolatori che sanno bene quali conseguenze comporterà questa abolizione, perché questo è proprio il risultato perseguito, la “mission”, come si dice nel linguaggio dei manager: più illegali vuol dire più lavoro nero, più spazio alla criminalità nel reclutamento, guerra fra lavoratori italiani e migranti irregolari senza diritti, ed anche più reati legati alla marginalizzazione sociale, quindi più paura da parte degli italiani bianchi ariani, con conseguente maggiore odio e richiesta di ordine e sicurezza, pertanto più voti e consensi alla Lega e alle politiche razziste. Tutto calcolato! Come calcolati sono gli effetti del raddoppio da 3 a 6 mesi della durata massima del trattenimento nei centri di permanenza per il rimpatrio (i CPR, ex CIE), negli hot spot, negli uffici di frontiera, in strutture della polizia: una vera e propria condanna senza reato! Questo comporterà la creazione di un nuovo circuito carcerario extragiudiziario alle dipendenze del Ministero dell’Interno.

Abbiamo poi la sospensione delle procedure d’asilo e il rimpatrio per il richiedente che abbia subito una condanna di primo grado; inutile aggiungere che a beneficiarne saranno i trafficanti libici coi loro lager che continueranno a riempirsi, stavolta grazie ai migranti provenienti dall’Italia. L’accanimento anti-immigrati permette di cancellare il principio di non colpevolezza fino al 3° grado di giudizio, caposaldo della legalità borghese, come lo sono le altre norme stravolte.
Anche lo smantellamento del sistema di protezione comunale (SPRAR) dei rifugiati e richiedenti asilo, che bene o male è una delle poche cose che sta funzionando, svilupperà difficoltà e tensioni sociali; l’esclusione dei richiedenti asilo dal registro anagrafico, utile ad ottenere la residenza, va nella stessa direzione: creare esseri umani illegali e clandestini, precari e nelle mani di trafficanti d’ogni sorta. Nella stessa direzione va la restrizione del diritto di cittadinanza anche per chi ha sposato un cittadino italiano o una cittadina italiana.
Il decreto prevede un forte incremento dei fondi per i rimpatri, dai 500.000 per il 2018 al 1.500.000  per il 2019 e il 2020.

La seconda parte di questo condensato di accanimento razzista, contiene provvedimenti che – guarda caso – riguardano tutti coloro che non accettano le politiche governative. Come l’estensione dell’uso del Taser (la pistola a impulsi elettrici) anche ai vigili urbani di città superiori ai 100.000 abitanti; il raddoppio delle pene previste dal codice Rocco (toh, chi si rivede!) per i responsabili di occupazioni abusive: reclusione fino a 4 anni e multa. Questo in un contesto come quello italiano dove sussistono milioni di stabili abbandonati e milioni di famiglie senza un tetto. Uno degli obiettivi dichiarati del Ministro Sceriffo sono i centri sociali e tutte le esperienze di occupazioni non esclusivamente abitative ma politiche, aggregative, culturali.
C’è poi l’estensione del Daspo e il far tornare il blocco stradale un reato invece che una violazione amministrativa. E qui non occorrono commenti, tanto limpida è la filosofia canagliesca.
Segnaliamo infine l’introduzione della possibilità di vendita del patrimonio sequestrato alle varie mafie, così che queste potranno ricomprarselo sotto prestanome.
Il presidente Mattarella la sera del 4 ottobre, dopo averne valutato i criteri di costituzionalità, vi ha apposto la sua firma facendolo diventare legge, sia pure con una serie di raccomandazioni a che sia applicato nel rispetto degli accordi internazionali e della Costituzione. Molti giuristi, personalità della politica e della cultura, esponenti del mondo associativo, in questi momenti stanno protestando e alzando la voce contro il decreto Salvini.
Ci avviamo, dunque, verso il varo di quella che non è più solo una grossa operazione di propaganda ma una vera e propria costruzione legislativa totalitaria di cui il governo del “cambiamento” si è reso responsabile. Non ci sono più alibi per nessuno.
Da oggi il livore fascistoide della politica governativa si scaglierà non solo sui poveri immigrati, ma su tutti gli attori della protesta sociale: occupanti di spazi, scioperanti, attivisti delle lotte territoriali, antimilitaristi, insofferenti e vittime del liberismo, forte di questo ulteriore strappo golpista a una Costituzione destinata sempre più a fungere da specchietto per le allodole.

Chi non accetta tutto ciò si troverà per giunta di fronte le schiere dei fascisti organizzati, ancora di più posizionate a difesa dell’ordine nuovo costituito.
Un ordine in cui non ci riconosciamo e che desideriamo ardentemente sovvertire.

Questa voce è stata pubblicata in Articoli. Contrassegna il permalink.