SCENARI DI GUERRA

Gli USA si dedicarono alla ricerca di nuovi strumenti per il controllo militare dello spazio, ottenendo grandi risultati con il sistema MUOS e la guerra affidata alle tecnologie, su cui al momento posseggono la supremazia assoluta a livello mondiale, mantenendo quel ruolo di prima superpotenza.
Il 16 giugno a Ginevra si sono incontrati gli attuali presidenti di USA e Russia, Biden e Putin, reduci da un periodo di pesanti scontri verbali e commerciali, scaturiti in sanzioni e ritiro degli ambasciatori. Anche in questa occasione il primo punto all’ordine del giorno era il disarmo, seguito dalla sicurezza informatica e dal controllo degli armamenti. A fine summit sono state fatte una serie di dichiarazioni, del tutto formali, rese piccanti da alcuni garbati attacchi all’avversario, ma senza  che alcun risultato significativo sul campo del disarmo né sugli altri annunciati in scaletta sia stato raggiunto.
Del resto il vertice NATO che aveva preceduto l’incontro di Ginevra, si era già dimostrato una semplice presa d’atto della leadership americana, all’interno della quale alcune mosse del recente passato, da parte di membri come la Turchia, hanno ricevuto una sorta di silenzio assenso.
Alcune aree calde, quindi, come il Donbass rivendicato a suon di guerra guerreggiata da Ucraina e Russia, o la Libia, con lo stato turco insediatosi stabilmente nel cuore del Canale di Sicilia, per non parlare della Siria, dell’Afghanistan, degli scenari africani, sembrano essere entrati e usciti dal vertice svizzero senza alcuno scossone. Anzi, come per i diritti umani, appare evidente come non ci sia nessuna intenzione di andare oltre le pure dichiarazioni confezionate per la stampa.
Se, quindi, non c’è da aspettarsi nessun reale impatto di questo vertice sulla militarizzazione della Sicilia, che anzi continua a subire interventi di potenziamento tecnologico e strategico rilevanti, in particolare nella grande cittadella militare americana-NATO di Sigonella, qualcosa potrà emergere in funzione anti cinese, il vero grande ospite occulto del vertice, quello su cui Biden è impegnato a creare degli argini, timoroso dell’espansionismo non tanto militare ma economico e tecnologico della potenza asiatica. In questo un apporto della Russia, anch’essa sofferente per il ruolo ingombrante dello Stato cinese, può essere fondamentale e giustificare la tolleranza americana verso la violazione dei diritti umani, l’annessione della Crimea, la rivendicazione del Donbass, gli accordi commerciali con alcuni stati membri della NATO. I vantaggi per Putin, come si vede, sono tantissimi e non si vede perché non dovrebbe accettare la mano tesa del nemico del suo nemico, cui lo accomunano politiche militariste ed espansioniste e spregiudicati commerci di armamenti.
Lo scenario internazionale rimane quindi assolutamente stabile nella sua instabilità, a partire dall’Afghanistan, prossima “terra liberata” dagli “infedeli” occidentali e nuova patria dell’integralismo mondiale, per finire nel Mediterraneo dove si riversano i frutti delle tensioni nell’area mediorientale, della penisola arabica, del nord ed est Africa: frutti che hanno un nome: migrazioni, ed una risposta univoca in chiave di respingimenti, politiche militari, accordi repressivi con gli stati dirimpettai, muri vergognosi, campi profughi, lager.
Gli USA rientreranno negli accordi sul nucleare con l’Iran e in quelli per il clima di Parigi; nulla cambierà in materia di degenerazioni climatiche e di corsa al nucleare sia civile che militare; anzi, l’Europa tutta e l’Italia stessa, cominciano a presentare questo come l’ambito dell’energia pulita che ci porterà a quella transizione energetica di cui si parla da tempo, e a colpi di paura, ricatti, disastri, faranno tutto il possibile per presentare la via al nucleare come quella da percorrere, senza alternative. La ricerca di siti per seppellire le scorie non si riferisce, dunque, alle defecazioni del recente passato, ma avrà valenza per i progetti “green” futuri, in cui il nucleare sta per essere forzosamente inglobato.

Pippo Gurrieri

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