SCAFISMO DI STATO

Un decreto del Ministero dell’Interno prevede che il migrante richiedente asilo in grado di versare una “garanzia finanziaria” di 4.938 euro può evitare di essere rinchiuso in un Centro Permanente per il Rimpatrio, e attendere l’esito della propria domanda in una struttura più adeguata. Con questa ultima oscena trovata, che si rifà a precedenti decreti dei governi Prodi e Renzi sospesi perché la cifra non era stata mai definita, e il più recente decreto affossa accoglienza Cutro, il governo Meloni affianca la sua soluzione da “scafismo di Stato” alle altre attuate in questa calda estate: cariche della polizia, detenzioni inumane, provvedimenti all’insegna dell’emergenza, vocati al più bieco e repressivo razzismo; reclusione fino a 18 mesi nei centri di internamento per persone ree solo di provenire da luoghi invivibili e di cercare un futuro migliore; costruzione di nuovi CPR lontani dai centri abitati per scoraggiare le fughe, gestiti dall’esercito per meglio controllare i migranti ivi reclusi. Saranno interessate tutte le regioni (con mugugno di quelle a guida leghista), mentre la Sicilia si accinge a diventare un grande hot spot con il nuovo CPRI di Pozzallo, inaugurato da pochi giorni nell’area industriale di Modica; un moderno carcere per migranti che si affianca all’hot spot del porto, e quello nuovo previsto a Porto Empedocle.
In questa eccitante fase di cattura delle prede illegali che minacciano i sacri confini, si è inserito il tribunale di Catania che ha liberato quattro ragazzi tunisini dichiarando incostituzionale il decreto governativo e stabilendo che la provenienza da un “paese sicuro” di per sé non può escludere l’applicazione delle norme di protezione; il giudice Iolanda Apostolico è anche entrata nel merito dell’arbitraria privazione di libertà per individui che non hanno commesso reati ma sono solo in attesa di una risposta alla loro richiesta di protezione internazionale; e ha anche contestato la norma sui quasi 5000 euro, che non potrebbero essere versati da terzi ma solo dai diretti interessati. Uno sgambetto imprevisto che ha fatto gridare alla “decisione ideologica” il partito del presidente.
A Porto Empedocle abbiamo assistito al vergognoso assiepamento di migliaia di migranti, nella maggior parte minori non accompagnati e donne provenienti da tragitti caratterizzati da violenze, stupri e torture, in una tecnostruttura messa in piedi in un piazzale di cemento, sotto il sole cocente, priva di letti, sedie, tavoli, circondati da immondizia, immersi nel tanfo di piscio e controllata da forze di polizia, gestita dalla Croce Rossa con divieto di accesso alle organizzazioni umanitarie. Porto Empedocle, ponte con Lampedusa ma meno visibile, dove i migranti reclusi hanno dato vita a diverse proteste, compresa un’irruzione nel centro abitato, per richiamare l’attenzione su una condizione insostenibile.
Anche a Lampedusa i migranti hanno protestato, hanno subìto le cariche della guardia di finanza, sono stati trattati come i “nemici invasori”, per poi essere nascosti durante la visita della Meloni e della Von der Layen, quando andava mostrata una situazione pacificata e tirata a lucido, mentre ci ha pensato la popolazione a disturbare quei 10 minuti di presenza istituzionale, protestando contro la militarizzazione dell’isola e l’incapacità di gestire una situazione che si protrae da lunghi anni e non è affatto emergenziale.
Il governo non trova di meglio che considerare le popolazioni in fuga come dei pacchi da riconsegnare, proseguendo così la violenza e le estorsioni che i migranti subiscono durante i lunghi viaggi, e poi nelle località di partenza verso l’Europa, sia essa Sfax o siano i porti libici. Nel bel mezzo del can can mediatico sono arrivate le immagini dello speronamento volontario di un gommone da parte della Guardia Costiera libica e dell’intervento successivo di un mezzo navale donato dal governo italiano per riportare i superstiti del naufragio nei lager del paese.
Il fatto paradossale è che le opposizioni accusano di fallimento Salvini e Meloni, mostrando tutta l’ambiguità di chi è stato da sempre complice delle politiche antimigratorie. Fallimento secondo PD e 5 Stelle che cosa vuole dire? Che non sono riusciti a contenere i flussi? Che non sono riusciti a mantenere la promessa di bloccare i barconi o di chiudere i porti? Fallimento del governo perché loro invece ci sarebbero riusciti? Mai che vengano fuori parole chiare su una legalizzazione dei flussi, una regolarizzazione dei migranti, una libertà di ingresso in Europa, che impedirebbero violenze e tragedie, ricatti e ingrassamento delle mafie, tutti effetti distorti di un sistema di affrontare l’emigrazione violento e razzista ma comunque inefficace. Perché impossibile è fermare un evento epocale conseguente alla distruzione dei sistemi sociali dei paesi di provenienza attuato da politiche colonialiste dirette e indirette, alle diseguaglianze geopolitiche e sociali volute dagli imperialismi e dal capitalismo, accentuate dai cambiamenti climatici e dalle strumentalizzazioni politico-elettorali in atto nei paesi europei-occidentali. Guai a parlare dell’enorme debito accumulato dai paesi ricchi verso i paesi africani, asiatici e latinoamericani, in secoli di sfruttamento intensivo delle loro risorse e delle loro popolazioni.
Ancora assistiamo ai miserabili  tentativi di finanziare il governo razzista e totalitario tunisino secondo lo spirito di esternalizzare le frontiere dell’Europa, come già avviene con la Libia e la Turchia o con i paesi subsahariani. Tunisia dove il salviniano e meloniano “prima gli italiani” viene tradotto da Kaïs Saïed in “prima i tunisini”, che in pratica significa segregazioni, caccia al nero, sviluppo dell’economia mafiosa dello scafismo. Ma anche alla tragicommedia che vede il presidente nordafricano ribadire di non voler fare il guardiano dei confini altrui.
Tutto questo si cela dietro il famigerato “Piano Mattei”, il tentativo di riposizionare l’Italia al centro delle politiche energetiche dei paesi magrebini, facendone il punto di riferimento dei loro commerci delle principali materie prime (petrolio e gas). L’Italia, divenendo il maggior hub energetico europeo pagherà i governi del Nord Africa, uno più fascista e razzista dell’altro, contribuendo anche al loro riarmo e all’addestramento delle loro forze armate, guardie costiere in primo luogo, in modo da poter costruire una cintura di sicurezza antimigratoria.
Un piano destinato a fallire non solo per le contraddizioni politiche ed economiche interne all’UE, ma soprattutto perché i miliardi italo-europei incrementeranno corruzioni e guerre e non serviranno a fermare l’ondata migratoria. Non hanno capito niente. O più semplicemente, nella loro strategia a corto termine, utile solo a vincere qualche campagna elettorale, non gliene frega niente dei loro futuri fallimenti e delle tragedie altrui.
Questo ci autorizza a ribadire come i veri favoreggiatori dell’immigrazione clandestina siano proprio loro: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, il governo di centro destra e le pseudo opposizioni che in tema immigrazione non han fatto altro che adottare le medesime politiche, salvo irrilevanti cambi di toni e periodici mea culpa davanti alle reprimende papaline, anch’esse figlie di un gioco delle parti le cui vittime sono quei milioni di “poveri cristi” in fuga dalla propria terra. E a questi scafisti di Stato che vanno addebitati gli oltre 2500 morti sul Mediterraneo di quest’anno.

Pippo Gurrieri

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